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giovedì 17 ottobre 2013

La fiaba del capanno...terza puntata...


....Dopo un bagno incantevole e da..fata...proseguo ora la mia favola:.......Chiavi ben più prosaiche serrano le nostre case: oggetti semplici e noti, rapidi e occulti. Seguono il tempo assieme a noi ma, diversamente da noi che respiriamo finanche i secondi, esse lo marcano a larghe falcate, come pendole giganti dai lunghi semigiri. Tutte diverse, eppure tutte uguali: l’identico gesto, ogni volta, più volte.
....Il capanno, allora. In tutto uguale agli altri: la stessa scabra armatura in cemento in cui è impilato assieme a immobili confratelli d’identica forma; la stessa robusta porta in ferro che lo chiude con ermetica rientranza;Si trova all’estremità della fila che affianca l’edificio più grande, del bagnino, quello che serve per il passaggio della gente. Dentro, l’abitato è piccolo, quanto basta ad una persona di normali proporzioni per muoversi agevolmente su se stessa 
....E poi, la maniglia.... Una strana maniglia che fa da chiave. Perfettamente calettata sul foro esagonale della porta.... Basta un gesto, una pressione sul foro e un quarto di giro a sinistra
, e la porta si apre.... Però, una volta dentro, non ci si può richiudere a proprio bell’agio, come si fa con le nostre porte di casa, ma occorre tenere distesa la barra interna in modo che essa funga da ostacolo alla chiusura e lasci sempre trapelare la luce; altrimenti si rimane imprigionati dentro per sempre. Fino alla morte. Come nella favola di Barbablu.....(continua nel prossimo link..)

martedì 15 ottobre 2013

Il capanno e la magica chiave: continua la fiaba



.....A Fano, la spiaggia del Lido, durante l’estate, è zona frequentata perlopiù dai vacanzieri locali che riprendono di buona lena, al sopraggiungere della nuova stagione, le calde abitudini della sabbia e del sole. Gli ombrelloni si affoltano in file colorate e compatte, secondo un disegno che segue il mare da molo a molo. Le cabine per spogliarsi si trovano a ridosso del Lido, e costeggiano il marciapiede cui si accede direttamente dalla strada. A fine stagione, in quel luogo, raccontavo ieri nel mio link precedente... avviene dunque.. un piccolo miracolo.. Una favola si schiude per virtù d’una chiave. Perché c’è un capanno. E c’è anche una chiave.
 








.....Barbablu chiude le sue vittime nelle segrete del
castello, imprigionandole con la stessa dura chiave di ferro. Chiavi fatate però dischiudono anche forzieri colmi di pietre preziose, e montagne incantate che stringono nelle proprie viscere cumuli di monete d'oro.
Il mio capanno: ...Poca luce, se non quella di uno specchio fissato alla parete, che riflette tutta quella che è riuscito acatturare durante l’estate, ad ogni breve giro di porta, e che parla di un residuo di civetteria femminile: un ricomporsi e un guardarsi ancora prima di uscire. Sandali, una vestaglietta, qualche bottiglia in plastica vuota, un secchio capiente con l’acqua dentro a metà, una borsa afflosciata, un pettine, zoccoli in disordine: cose che sanno di spiaggia, e di bagno in mare. Di mosse spicce e neglette, di frugalità e sicurezza....(continua nel prossimo link..)

lunedì 14 ottobre 2013

Il mare e la fiaba della "chiave": prima parte

Tutti i miei colleghi nuotatori autunnali ed invernali ne hanno una..e chi non ce 
l'ha la cerca disperatamente: in particolare i ladruncoli che a passi di danza circondano il capanno alla ricerca della famosa "chiave"...già due volte, dall'inizio della stagione autunnale, turbata dagli intrusi ho interrotto i miei bagni per rincorrere chi  scruta la sabbia sperando di trovare la "chiave d'accesso"...eppure non l'avranno mai! Ecco dunque (grazie a Pierangela) la mia fiaba sul capanno e la chiave...
Si sa: chiavi e chiavistelli, chiavine d’oro e chiavarde hanno trapunto da sempre tante fiabe e racconti popolari, siglandone in modo flagrante gli snodi più misteriosi; là dove il magico si apriva inesorabile su irremeabili orridi infernali o quando all’improvviso esso aiutava, per mano del tocco gentile di fate benigne, coraggiosi cavalieri alle prese con il drago di turno e giovani donne in ambasce......
A fine stagione, in quel luogo (capanno), avviene un piccolo miracolo. Una favola si schiude per virtù d’una chiave. Perché c’è un capanno. E c’è anche una chiave.
Il capanno, allora.
 In tutto uguale agli altri: la stessa scabra armatura in cemento in cui è impilato assieme a immobili confratelli d’identica forma; la stessa robusta porta in ferro che lo chiude con ermetica rientranza; e l’identico tetto da villaggio dei puffi, bianco immacolato e di improbabile minutezza. Si trova all’estremità della fila che affianca l’edificio più grande, del bagnino, quello che serve per il passaggio della gente. 
Dentro, l’abitato è piccolo, quanto basta ad una persona di normali proporzioni per muoversi agevolmente su se stessa e sedersi, all’occorrenza, su di una panchetta in legno che è inchiodata in basso, ad un lato....
(continua al prossimo articolo...)

lunedì 7 ottobre 2013

Comunque...il mare ci aspetta..

Sembra sempre l'ultima volta.....eppure ancora ci vediamo ..a passeggiare in quel mare che ancora ci ospita con calore: l'acqua ancora tiepida e trasparente tra rare correnti fredde, i granchi che ora corrono felici sul fondo marino liberi da intrusi estivi... stamane con la pioggia che   imperterrita cade inesorabile sul cemento che circonda i capanni....Pierangela, è arrivato il timido autunno...anche se oggi, tra le onde bianche e grigie del grecale autunnale, una corrente di aria calda sembrava volesse trattenermi ancora in quel mare ormai deserto. Il tuo "arrivederci" alla prossima all'estate è forte..incredibilmente vero...
"Gli ombrelloni  non ci sono più. C'è solo la sabbia: una sabbia grigiastra come la stagione che muore, e piena di impronte di scarpe e di gabbiani. Sembra violata e scomposta "...
"Ma il mare corrobora, rassicura, mette argento vivo nell'animo. Più forte di ogni droga, più leggero del vino, più immenso di ogni pensiero. Basta guardarlo, scrutarne l'orizzonte e ci si sente padroni di sé come non mai. Ancora pronti a combattere. Un altr'anno ancora, ci saremo".  
"Certo il contrasto fra le bellezze marine e le noiose facce dei miei colleghi (mi hanno trovata però pimpante e in forma) è quanto di più deprimente offra il mercato della vita.
Meglio le urticanti meduse: almeno ti addestrano gli occhi e i sensi all'allarme continuo, fonte di concentrata sorpresa.
Meglio i guizzanti cefali, che ti riempiono di stupore e allegria.
Meglio la brezza, di mare o di terra, che tempra braccia e gambe. Meglio il sequel di Tacchinella e company che graziosamente ci salutano, ogni giorno sempre più invischiati in quello strano nuoto.
Meglio la sabbia che brucia e che rimane come resto non speso negli zoccoli o nelle borse.
Meglio la faccia da sfinge dei bagnini, così paziente e gentile. Bovina, in quel lento e inesorabile armeggio quotidiano.Nel luogo di lavoro.. nemmeno il cervello si tempra. La pazienza si sfalda. La preparazione si impolvera. Il sorriso si frena. E il cuore batte più piano."

Ricorda però Pierangela...il mare ci aspetta sempre..anche d'inverno.....