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domenica 3 novembre 2013

La fiaba delle chiavi del capanno...ultima parte

...........Dunque le "chiavi"...Tutte diverse, eppure tutte uguali: l’identico gesto, ogni volta, più volte.Come una bocca che sempre si apra e si sigilli, e dentro lo stesso cuore che batte. Vivono i passaggi stretti delle tasche, le asfissie dei cassetti, l’odore fermo dei secoli. Patiscono dimenticanze, sostituzioni e adattamenti; premono fernette dolci o aspre, ma si rinnovano pazienti ai tocchi buoni dell’ultima oliatura. Una selva senza vento, un cumulo di cose senza nome.



Pochi conoscono quel capanno e quella maniglia. È un segreto. E come tale, risuona raro nelle orecchie ma più ancora dentro al petto, si ferma a brillare negli occhi e si scalda nella mani. Quei pochi, uomini e donne, vivono una specialissima fiaba. Il mare d’inverno. Quando l’estate tramonta, per essi è ancora mare, ancora sole, ancora acqua salata. Ancora gabbiani e scogli. Inestinguibili sirene a cui non vogliono rinunciare. A cui non sanno rinunciare. La vita, quella dei giorni si ferma, e ne inizia una tutta nuova, vera. Forse la sola vera. Lo sentono, lo sanno Si passano le emozioni. Si raccontano le distanze, la bora quando sferza, una pena nascosta, il cielo d’improvviso chiaro, e il passato che ritorna. Si scoprono uguali, come quel lembo di mare indifeso e forte. Si riconoscono fratelli. Fanno cordata contro il tempo che incalza, il lavoro che spegne, la casa che chiama. Poche parole, basta poco per capirsi. E poi ripartono. Più leggeri. Più giovani e snelli. Più saldi.  Per poi ritornare ancora, ancora, ancora…E' l'incantesimo della fiaba: l'eterna chiave che schiude l'eterna porta del mondo.