...........Dunque le "chiavi"...Tutte diverse, eppure tutte uguali: l’identico gesto, ogni volta, più volte.Come
una bocca che sempre si apra e si sigilli, e dentro lo stesso cuore che
batte. Vivono i passaggi stretti delle tasche, le asfissie dei
cassetti, l’odore fermo dei secoli. Patiscono dimenticanze, sostituzioni
e adattamenti; premono fernette dolci o aspre, ma si rinnovano pazienti
ai tocchi buoni dell’ultima oliatura. Una selva senza vento, un cumulo
di cose senza nome.
Pochi
conoscono quel capanno e quella maniglia. È un segreto. E come tale,
risuona raro nelle orecchie ma più ancora dentro al petto, si ferma a
brillare negli occhi e si scalda nella mani. Quei pochi, uomini e donne,
vivono una specialissima fiaba. Il mare d’inverno. Quando l’estate
tramonta, per essi è ancora mare, ancora sole, ancora acqua salata.
Ancora gabbiani e scogli. Inestinguibili sirene a cui non vogliono
rinunciare. A cui non sanno rinunciare. La vita, quella dei giorni si
ferma, e ne inizia una tutta nuova, vera. Forse la sola vera. Lo
sentono, lo sanno Si passano le emozioni. Si raccontano le distanze, la
bora quando sferza, una pena nascosta, il cielo d’improvviso chiaro, e
il passato che ritorna. Si scoprono uguali, come quel lembo di mare
indifeso e forte. Si riconoscono fratelli. Fanno cordata contro il tempo
che incalza, il lavoro che spegne, la casa che chiama. Poche parole,
basta poco per capirsi. E poi ripartono. Più leggeri. Più giovani e
snelli. Più saldi. Per poi ritornare ancora, ancora, ancora…E'
l'incantesimo della fiaba: l'eterna chiave che schiude l'eterna porta
del mondo.
domenica 3 novembre 2013
giovedì 17 ottobre 2013
La fiaba del capanno...terza puntata...
....Il capanno, allora. In tutto uguale agli altri: la stessa scabra armatura in cemento in cui è impilato assieme a immobili confratelli d’identica forma; la stessa robusta porta in ferro che lo chiude con ermetica rientranza;Si trova all’estremità della fila che affianca l’edificio più grande, del bagnino, quello che serve per il passaggio della gente. Dentro, l’abitato è piccolo, quanto basta ad una persona di normali proporzioni per muoversi agevolmente su se stessa
....E poi, la maniglia.... Una strana maniglia che fa da chiave. Perfettamente calettata sul foro esagonale della porta.... Basta un gesto, una pressione sul foro e un quarto di giro a sinistra
, e la porta si apre.... Però, una volta dentro, non ci si può richiudere a proprio bell’agio, come si fa con le nostre porte di casa, ma occorre tenere distesa la barra interna in modo che essa funga da ostacolo alla chiusura e lasci sempre trapelare la luce; altrimenti si rimane imprigionati dentro per sempre. Fino alla morte. Come nella favola di Barbablu.....(continua nel prossimo link..)
martedì 15 ottobre 2013
Il capanno e la magica chiave: continua la fiaba
.....A
Fano, la spiaggia del Lido, durante l’estate, è zona frequentata
perlopiù dai vacanzieri locali che riprendono di buona lena, al
sopraggiungere della nuova stagione, le calde abitudini della sabbia e
del sole. Gli ombrelloni si affoltano in file colorate e compatte,
secondo un disegno che segue il mare da molo a molo. Le cabine per
spogliarsi si trovano a ridosso del Lido, e costeggiano il marciapiede
cui si accede direttamente dalla strada. A fine stagione, in quel luogo, raccontavo ieri nel mio link precedente...
avviene dunque.. un piccolo miracolo.. Una favola si schiude per virtù d’una chiave. Perché c’è un capanno. E c’è anche una chiave.
.....Barbablu
chiude le sue vittime nelle segrete del
castello, imprigionandole con
la stessa dura chiave di ferro. Chiavi fatate però dischiudono anche
forzieri colmi di pietre preziose, e montagne incantate che stringono
nelle proprie viscere cumuli di monete d'oro.
Il mio capanno: ...Poca luce, se non quella di uno specchio fissato alla parete, che riflette tutta quella che è riuscito acatturare
durante l’estate, ad ogni breve giro di porta, e che parla di un
residuo di civetteria femminile: un ricomporsi e un guardarsi ancora
prima di uscire. Sandali, una vestaglietta, qualche bottiglia in
plastica vuota, un secchio capiente con l’acqua dentro a metà, una borsa
afflosciata, un pettine, zoccoli in disordine: cose che sanno di
spiaggia, e di bagno in mare. Di mosse spicce e neglette, di frugalità e
sicurezza....(continua nel prossimo link..)
lunedì 14 ottobre 2013
Il mare e la fiaba della "chiave": prima parte
Tutti i miei colleghi nuotatori autunnali ed invernali ne hanno una..e chi non ce
l'ha la cerca disperatamente: in particolare i ladruncoli che a passi di danza circondano il capanno alla ricerca della famosa "chiave"...già due volte, dall'inizio della stagione autunnale, turbata dagli intrusi ho interrotto i miei bagni per rincorrere chi scruta la sabbia sperando di trovare la "chiave d'accesso"...eppure non l'avranno mai! Ecco dunque (grazie a Pierangela) la mia fiaba sul capanno e la chiave...
Si
sa: chiavi e chiavistelli, chiavine d’oro e chiavarde hanno trapunto da
sempre tante fiabe e racconti popolari, siglandone in modo flagrante
gli snodi più misteriosi; là dove il magico si apriva inesorabile su
irremeabili orridi infernali o quando all’improvviso esso aiutava, per
mano del tocco gentile di fate benigne, coraggiosi cavalieri alle prese
con il drago di turno e giovani donne in ambasce......
A
fine stagione, in quel luogo (capanno), avviene un piccolo miracolo. Una favola
si schiude per virtù d’una chiave. Perché c’è un capanno. E c’è anche
una chiave.
Il
capanno, allora.
In tutto uguale agli altri: la stessa scabra armatura
in cemento in cui è impilato assieme a immobili confratelli d’identica
forma; la stessa robusta porta in ferro che lo chiude con ermetica
rientranza; e l’identico tetto da villaggio dei puffi, bianco immacolato
e di improbabile minutezza. Si trova all’estremità della fila che
affianca l’edificio più grande, del bagnino, quello che serve per il
passaggio della gente.
Dentro, l’abitato è piccolo, quanto basta ad una
persona di normali proporzioni per muoversi agevolmente su se stessa e
sedersi, all’occorrenza, su di una panchetta in legno che è inchiodata
in basso, ad un lato....
(continua al prossimo articolo...)
lunedì 7 ottobre 2013
Comunque...il mare ci aspetta..
Sembra sempre l'ultima volta.....eppure ancora ci vediamo ..a passeggiare in quel mare che ancora ci ospita con calore: l'acqua ancora tiepida e trasparente tra rare correnti fredde, i granchi che ora corrono felici sul fondo marino liberi da intrusi estivi... stamane con la pioggia che imperterrita cade inesorabile sul cemento che circonda i capanni....Pierangela, è arrivato il timido autunno...anche se oggi, tra le onde bianche e grigie del grecale autunnale, una corrente di aria calda sembrava volesse trattenermi ancora in quel mare ormai deserto. Il tuo "arrivederci" alla prossima all'estate è forte..incredibilmente vero...
"Gli ombrelloni non ci sono più.
C'è solo la sabbia: una sabbia grigiastra come la stagione che muore, e
piena di impronte di scarpe e di gabbiani. Sembra violata e scomposta "..."Ma il mare corrobora, rassicura, mette argento vivo nell'animo. Più forte di ogni droga, più leggero del vino, più immenso di ogni pensiero. Basta guardarlo, scrutarne l'orizzonte e ci si sente padroni di sé come non mai. Ancora pronti a combattere. Un altr'anno ancora, ci saremo".
"Certo il contrasto fra le bellezze marine e le noiose facce dei miei colleghi (mi hanno trovata però pimpante e in forma) è quanto di più deprimente offra il mercato della vita.
Meglio le urticanti meduse: almeno ti addestrano gli occhi e i sensi all'allarme continuo, fonte di concentrata sorpresa.
Meglio i guizzanti cefali, che ti riempiono di stupore e allegria.
Meglio la brezza, di mare o di terra, che tempra braccia e gambe. Meglio il sequel di Tacchinella e company che graziosamente ci salutano, ogni giorno sempre più invischiati in quello strano nuoto.
Meglio la sabbia che brucia e che rimane come resto non speso negli zoccoli o nelle borse.
Meglio la faccia da sfinge dei bagnini, così paziente e gentile. Bovina, in quel lento e inesorabile armeggio quotidiano.Nel luogo di lavoro.. nemmeno il cervello si tempra. La pazienza si sfalda. La preparazione si impolvera. Il sorriso si frena. E il cuore batte più piano."
venerdì 1 febbraio 2013
Non c'è solo Dragon Ball: parole di BLEACH.
Se siete stanchi del solito Dragon Ball, se siete alla ricerca di un anime ( tratto da un manga ) appassoniante, avvincente e divertente, abbiamo quello che fa per voi: "Bleach".
E' una saga che ci ha subito incantati: è la storia di un ragazzo, di nome Kurosaki Ichigo, con la sovrannaturale capacità di vedere i fantasmi.
La sua avventura comincia quando un Hollow, un fantasma demoniaco assetato di grandi quantità di potere spirituale ( scoprirete di più guardando l'anime ), attacca la città natale di Ichigo ( Karakura Town ) e una shinigami ( Dio della morte ) interviene per difenderla.
Grazie alla sua capacità di vedere i fantasmi, Ichigo è l'unico ad assistere allo scontro e, vedendo la giovane eroina in difficoltà, tenta di aiutarla peggiorando ulteriormente la situazione per la shinigami. Lei ormai esausta , passa parte dei suoi poteri al giovane protagonista che, inconsciamente, si appropria di tutti i suoi poteri e sconfigge l'Hollow.
Da qui comincia l'avventura di Ichigo o, come viene spesso chiamato "Kurosaki-kun", che tra potenti shinigami ed Hollow vivrà battaglie tanto spettacolari quanto pericolose, cercando di accrescere sempre di più il suo potere per difendere le persone a cui tiene con l'aiuto della sua soul slayer ( katana ).
E' una saga che ci ha subito incantati: è la storia di un ragazzo, di nome Kurosaki Ichigo, con la sovrannaturale capacità di vedere i fantasmi.
La sua avventura comincia quando un Hollow, un fantasma demoniaco assetato di grandi quantità di potere spirituale ( scoprirete di più guardando l'anime ), attacca la città natale di Ichigo ( Karakura Town ) e una shinigami ( Dio della morte ) interviene per difenderla.
Grazie alla sua capacità di vedere i fantasmi, Ichigo è l'unico ad assistere allo scontro e, vedendo la giovane eroina in difficoltà, tenta di aiutarla peggiorando ulteriormente la situazione per la shinigami. Lei ormai esausta , passa parte dei suoi poteri al giovane protagonista che, inconsciamente, si appropria di tutti i suoi poteri e sconfigge l'Hollow.
Da qui comincia l'avventura di Ichigo o, come viene spesso chiamato "Kurosaki-kun", che tra potenti shinigami ed Hollow vivrà battaglie tanto spettacolari quanto pericolose, cercando di accrescere sempre di più il suo potere per difendere le persone a cui tiene con l'aiuto della sua soul slayer ( katana ).
Secondo noi il messaggio trasmesso da questo anime, è quello di amicizia, lotta per l'onore, sacrificio e volontà di non arrendersi mai.
Purtroppo la TV nazionale non trasmette questo anime in quanto viene considerato troppo crudo e violento ( anche se noi non siamo della stessa opinione ), quindi noi appassionati, siamo costretti a guardarci gli episodi in streaming su internet, all'indirizzo: http://uiamteam.forumcommunity.net/?t=50363034 ( sottotitolato in italiano ).
Vi assicuriamo che la lingua originale giapponese trasmette maggiori emozioni in quanto, essendo la loro cultura, la passione traspare maggiormente dalle parole.
Siamo certi che la nostra umile recensione non sia paragonabile alla grandezza di questo anime quindi, BUONA VISIONE !!!
Ringraziano i lettori:
- Giovannini Marco
- Renzoni Andrea
Purtroppo la TV nazionale non trasmette questo anime in quanto viene considerato troppo crudo e violento ( anche se noi non siamo della stessa opinione ), quindi noi appassionati, siamo costretti a guardarci gli episodi in streaming su internet, all'indirizzo: http://uiamteam.forumcommunity.net/?t=50363034 ( sottotitolato in italiano ).
Vi assicuriamo che la lingua originale giapponese trasmette maggiori emozioni in quanto, essendo la loro cultura, la passione traspare maggiormente dalle parole.
Siamo certi che la nostra umile recensione non sia paragonabile alla grandezza di questo anime quindi, BUONA VISIONE !!!
Ringraziano i lettori:
- Giovannini Marco
- Renzoni Andrea
martedì 15 gennaio 2013
Ora a Fano va di moda il J ovvero il J Lounge Bar & Restaurant,
termine inglese che evidenzia il fascino della sua location: a ridosso
del porto turistico di Fano (Marina dei Cesari) e della stupenda
passeggiata che porta alla scultura del "Lisippo"; tra cielo, mare e
terra... tra imbarcazioni da diporto, yacht, barche a vela.. circondato
da uno specchio di acqua di mare e un rilassante giardino con piante
tropicali. Questo è il J d'estate.
D'inverno il locale è particolarmente caratteristico: isolato dal resto della città, completamente intrigante.. immerso nel mistero della foschia, della nebbia, delle notti e serate gelide invernali (come piace a me!).
Come
dimenticare il "3" delle interrogazioni? E i dispiacere di una
relazione ormai finita?.. la rabbia per una partita persa?..
sprofondando nell'atmosfera degli spazi rilassanti del J, nell'angolo
lettura con camino. Con la sua scultura morale di arte povera e il totem
cactus, il J accoglie gli ospiti all'ingresso.
Per non parlare poi delle radici giganti... contorte e levigate dal mare disposte nelle fioriere del ristorante.
Il
locale propone pranzi veloci adatti ai lavoratori, colazioni,
compleanni, matrimoni ecc.. ma ai giovani interessa l'aperitivo dal
venerdì alla domenica nelle salette interne raffinate e tranquille ove
si degustano famosi vini locali e cocktail classici. Tutti sanno che al J
è possibile ascoltare anche musica Jazz durante la stagione estiva con
artisti internazionali. Mi riferisce Mattia che da gennaio è possibile
ascoltare band giovanili.
Grazie J per la location da urlo.. e grazie per aver aderito al progetto scolastico della 5° A dell'ITC Battisti, simulazione di un'impresa pubblicitaria.
D'inverno il locale è particolarmente caratteristico: isolato dal resto della città, completamente intrigante.. immerso nel mistero della foschia, della nebbia, delle notti e serate gelide invernali (come piace a me!).
Per non parlare poi delle radici giganti... contorte e levigate dal mare disposte nelle fioriere del ristorante.
Grazie J per la location da urlo.. e grazie per aver aderito al progetto scolastico della 5° A dell'ITC Battisti, simulazione di un'impresa pubblicitaria.
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