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lunedì 14 ottobre 2013

Il mare e la fiaba della "chiave": prima parte

Tutti i miei colleghi nuotatori autunnali ed invernali ne hanno una..e chi non ce 
l'ha la cerca disperatamente: in particolare i ladruncoli che a passi di danza circondano il capanno alla ricerca della famosa "chiave"...già due volte, dall'inizio della stagione autunnale, turbata dagli intrusi ho interrotto i miei bagni per rincorrere chi  scruta la sabbia sperando di trovare la "chiave d'accesso"...eppure non l'avranno mai! Ecco dunque (grazie a Pierangela) la mia fiaba sul capanno e la chiave...
Si sa: chiavi e chiavistelli, chiavine d’oro e chiavarde hanno trapunto da sempre tante fiabe e racconti popolari, siglandone in modo flagrante gli snodi più misteriosi; là dove il magico si apriva inesorabile su irremeabili orridi infernali o quando all’improvviso esso aiutava, per mano del tocco gentile di fate benigne, coraggiosi cavalieri alle prese con il drago di turno e giovani donne in ambasce......
A fine stagione, in quel luogo (capanno), avviene un piccolo miracolo. Una favola si schiude per virtù d’una chiave. Perché c’è un capanno. E c’è anche una chiave.
Il capanno, allora.
 In tutto uguale agli altri: la stessa scabra armatura in cemento in cui è impilato assieme a immobili confratelli d’identica forma; la stessa robusta porta in ferro che lo chiude con ermetica rientranza; e l’identico tetto da villaggio dei puffi, bianco immacolato e di improbabile minutezza. Si trova all’estremità della fila che affianca l’edificio più grande, del bagnino, quello che serve per il passaggio della gente. 
Dentro, l’abitato è piccolo, quanto basta ad una persona di normali proporzioni per muoversi agevolmente su se stessa e sedersi, all’occorrenza, su di una panchetta in legno che è inchiodata in basso, ad un lato....
(continua al prossimo articolo...)

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