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venerdì 19 agosto 2011

Uno squallido episodio di bullismo al lido di Fano

Beate vacanze. Giornate fantastiche, temperatura ideale, bagni caldi e nuotate quotidiane: da due mesi non mi espongo più al sole: meglio refrigerarsi sotto l'ombrellone, tra le amiche che amano i bagni di sole, tra le vicine di ombrellone che non disdegnano ficcanasare nella vita degli altri e tra gli sguardi indiscreti (coperti da vistosi occhiali da sole) di uomini attempati sdraiati accanto ai nostri lettini e che conoscono ormai ogni parte del nostro corpo.
Addio privacy! Stiamo tutti affiancati strettamente e forzatamente a persone che non conosciamo e di cui sappiamo ormai tutto: malanni, conto corrente, risparmi, vita privata e..scappatelle! mi chiedo perchè il Garante della Privacy ancora non interviene sulla distanza tra gli ombrelloni per  il rispetto della riservatezza, visto che in farmacia, in banca e negli uffici pubblici vige la distanza di sicurezza.
Che tristezza quest'anno al mare: per motivi di salute non ci sono più i piccoli e "grandi" uomini che mi hanno accompagnato nelle prime esperienze del bagno d'inverno. Nonostante la loro età erano capaci di donare il buon umore a chi non l'aveva: un mix di saggezza, simpatia, insegnamenti, civetteria, e orgoglio!  Comunque, se in riva il lido di Fano può sembrare una piscina sommersa da bagnanti, nel mare, al largo, passa ogni malinconia e mi godo l'incantevole panorama; ringrazio perchè ancora ho il dono della vista per ammirare i bellissimi colori del cielo e del mare, perchè ancora sono in grado di nuotare e dunque di apprezzare il mistero che c'è nel mare e ringrazio perchè ancora sto assaporando questa incredibile storia che è la nostra  vita, pur tra le amarezze e preoccupazioni.
Una cosa mi rattrista: parliamo di "pace", di "amore", di "rispetto della  persona e della vita umana": lo insegno anch'io a scuola, citando gli articoli della Costituzione. Parliamo anche di "integrazione tra popoli": belle parole che si svuotano quando si verificano atti di bullismo. La scorsa settimana, esattamente il venerdì sera, mentre Marco, di 16 anni - ragazzo dolce, bontà infinita, tranquillo - era correttamente e beatamente felice con gli amici, all'improvviso, senza neanche avere il  tempo di rendersene conto, è stato brutalmente e violentemente percosso sul viso da un ragazzo non italiano, senza un "perchè". Violenza fine a se stessa: questa va condannata. Noi genitori offriamo tutta la nostra vita per i figli: trasmettiamo la dolcezza, la tranquillità, il rispetto per il prossimo, e loro credono in noi, nei nostri valori, nei  nostri ideali..Ora per questi ideali Marco sta soffrendo e porterà dentro di sè, per tutta la sua vita,  il dolore fisico patito, il rammarico di aver creduto nel valore del rispetto della vita umana, il rammarico di non aver reagito alla violenza. Marco, perdonalo quel ragazzo: evidentemente lui stesso, è stato o lo è ancora, vittima di violenza inaudita; il  tuo nemico non ha avuto validi esempi, non ha punti di riferimento: forse è stato lui stesso, prima di te, e senza motivo, ferocemente aggredito.
Atti di bullismo di questo genere non si sono mai verificati tra i miei alunni. L'educazione al rispetto per l'altro deve essere il primo insegnamento a scuola, il resto, ossia le conoscenze, non "fanno l'uomo"! Sono fiera dei miei studenti, sono fiera dei miei figli, sono fiera di Marco.

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