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martedì 19 aprile 2011

Naufragar ...in questo mar...le tragedie di oggi..e di ieri: 1891,1898,1906,1927

 
 

Ho visto una foto particolare inserita da un conoscente nel suo profilo Facebook: una donna triste e abbandonata sulla riva del mare, nella notte, mentre piove. Bella immagine: la pioggia a vento e il mare mosso ci lasciano intuire suggestioni profonde, dispiaceri antichi, castelli distrutti, progetti non realizzati, oppure realizzati ma non condivisi. L'amarezza di una vita spesa accanto ad un partner che poi si allontana, l'ombra dei suoi passi, il dolore per la sua assenza che comunque si avverte talvolta. Tutto questo mi sembra di leggere nella foto in bianco e nero: il mare è il palcoscenico delle nostre emozioni, sofferenze, gioie, amicizie, amori; nel mare sfoghiamo i nostri dispiaceri e al mare confidiamo i nostri segreti, i naufragi della nostra vita..
Naufragi, integrazione, immigrazione, si parla ora tanto dello "tsunami umano del Nord Africa".
Ma anche noi italiani siamo stati naufraghi in tre grossi indicidenti marittimi che costarono la vita a migliaia di emigranti italiani. Come recentemente a Pantelleria, ove i carabinieri salvano un bambino nel mare col vento di Maestrale, così ricordiamo la tragedia del vapore Sirio del 4 Agosto 1906: lì il mare restituisce sulla spiaggia di Cartagena in Spagna un lattante fasciato vivo, ma anche 292 corpi senza vita. Il Sirio era partito due giorni prima da Genova e diretto a Gibilterra per dirigersi verso l'Atlantico e quindi in Brasile (non aveva scialuppe sufficienti, nè doppie eliche, nè doppiofondo, nè carte nautiche); anche il Sirio sbatte contro gli scogli di Capo Palos: "le grida delle madri erano strazianti. Le ondate staccarono ad uno ad uno i sei ragazzi dall'albero del Sirio gettandoli in mare sotto gli sguardi delle povere madri impotenti a salvare le loro creature". Quella del Sirio fu solo uno dei tanti naufragi della nostra emigrazione; ricordiamo l'affondamento dell'Utopia (portava i nostri nonni verso il sogno..) la sera del 17 marzo 1891 davanti al porto di Gibilterra sbagliò manovra e andò a sbattere contro il rostro di una corazzata alla fonda e colò a picco in pochi minuti inghiottendo 576 poveri emigranti italiani!. Ricordiamo anche la collisione del Bourgogne, piroscafo francese che affondò il 4 luglio 1898 dopo una collisione con il veliero inglese Cromartyshire al largo della Nuova Scozia: un'ecatombe di 549 vittime! E poi come non parlare del Principessa Mafalda, nave ammiraglia della flotta commerciale italiana? Il giorno 11 ottobre 1927, per l'ultima volta i motori della vecchia nave sgangherata si fermarono; altre otto volte si fermarono i motori nel Mediterraneo e per otto volte li fecero ripartire. Nonostante ciò non si fermarono e per la nona volta si avventurò nell'oceano: al largo del Brasile perse l'asse di un'elica e "l'acqua si lanciò all'assalto come un nemico avido di preda, l'orchestra di bordo smise di colpo, il violinista posò il violino, e scoppiò il panico..le acque erano infestate di squali..i naufrghi tentavano di restare a galla attaccati a salvagenti, botti, casse.. ma vennero attaccati dagli squali..657 morti." Il Duce abolì le brutte notizie ed esaltò l'eroismo del comandante per minimizzare la tragedia.
Mia figlia sta suonando al pianoforte la colonna sonora del film "Titanic"..belle note, bella melodia.. però quanta tristezza..se penso a tutte le vittime che riposano in pace in questo mare immenso..Anche questa è storia italiana, le tragedia, i Titanic italiani, gli incidenti marittimi, i nostri emigranti italiani, le quattro date nere: 1891 Utopia, 1898 il Bourgogne, 1906 il Sirio, 1927 il Principessa Mafalda.
Questo è anche il mio blog: "maredinvernoealtro".

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