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giovedì 3 febbraio 2011

Bagno sotto la neve

Non è pazzia nè esibizionismo, come alcuni hanno pensato condividendo questo video del 15/12/2010; non è neanche impresa impossibile per una donna. Queste immagini sono il frutto di un lungo allenamento che perdura da tre anni. Esattamente da Settembre 2008 non ho mai smesso di nuotare; ogni giorno si rinnova il fascino e l'incontro con il mare, l'emozione di una nuova immersione nelle acque fredde del lido di Fano,  in cui si placano i pensieri quotidiani, le preoccupazioni, i timori, le ansie e lo stress cui siano sottoposti costantemente. Mi immergo ogni giorno con ogni temperatura esterna, con ogni temperatura del mare e con qualsiasi condizione metereologica e moto ondoso del mare (venti nord orientali, Grecale, Bora, ecc..), con la pioggia, la neve, foschia, nebbia, "banco" di nebbia..
Mi immergo anche quando sono influenzata (essendo insegnante, i virus mi vengono trasmessi a scuola dai miei 100 alunni), quando ho il mal di gola, mal di testa, emicrania, febbre! Incredibile, tutto passa senza farmaci nel giro di pochi bagni freddi; precedentemente a questa esperienza, i miei raffreddori si trasformavano in otite. Il timore di complicazioni non vi è più. Quest'anno in verità non sono stata mai male e comunque nei due anni precedenti per star meglio dovevo per forza presentarmi a scuola nelle mie classi per poter immergermi poi nelle acque gelide a scopo terapeutico. Tale circostanza è confermata dalla mancanza di qualsiasi richiesta di giorni di malattia presso la sede del mio istituto.
Già Sebastian Kneipp (1821-1897) evidenziò gli effetti benefici dell'acqua fredda nel suo libro "La mia cura dell'acqua"; prima di lui John Floyer li decantò scrivendo la "Storia del bagno freddo". Per ciò che mi riguarda è evidente il benessere fisico e psicologico dopo l'immersione anche se il momento più traumatico è costituito dall'uscita dal mare; dopo il calo termico del corpo, infatti, vi è il rischio di ipotermia: si programmano gli attimi di resistenza al freddo, per giungere dalla profondità del mare fino alla riva e da qui  attraversando la spiaggia, al capanno, dopo aver superato alcuni ostacoli, le transenne ivi ubicate. Per tale motivo ho imparato a controllare il mio corpo, le sue reazioni e le sue funzioni vitali: in pratica so quando è ora di uscire dal mare e quando il benessere potrebbe trasformarsi in ipotermia.

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